Andiamo in giardino!

Buongiorno cari amici, oggi inizia un’avventura speciale, la raccolta fondi per supportare i lavori del giardino (relativi alle tubature del gas e dell acqua) e provare ad attrezzarsi con gazebo e arredi per poter stare con gli ospiti a fare attività all’aperto.
L’iniziativa l’abbiamo chiamata ANDIAMO IN GIARDINO. 

Ecco la piattaforma dove donare e vedere la descrizione del progetto.
https://www.ideaginger.it/progetti/andiamo-in-giardino.html

Vi chiediamo di diffondere il link a tutti i vostri contatti e di passare parola, abbiamo circa un mese per raggiungere la cifra. È  una raccolta o tutto o niente, se non  ce la dovessimo fare perdiamo tutto!!

 Aiutateci e diffondete l iniziativa così magari conosciamo nuovi amici!! 

Grazie di ❤️

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Introduzione alla Messa del 4 ottobre

In questa casa della carità tradizionalmente si celebrano due feste:

  • quella del mistero a cui la Casa è dedicata, che cade nella festa liturgica dell’Ascensione
  • quella della data di inaugurazione, il 4 ottobre del 1966.

Ogni anno, il 4 ottobre facciamo memoria del dono ricevuto dando un taglio più storico e concreto (per non restare a fissare il cielo… cfr Atti 1,11): memoria delle persone che hanno desiderato la casa della carità, del card. Lercaro e di don Giuseppe Nozzi, e di coloro che quel dono hanno accolto perché qui sono cresciute e che qui hanno vissuto in tutti questi anni.

Quest’anno l’anniversario cade in un contesto di cui ricordo solo alcuni tratti: la nostra Comunità sta proseguendo il suo cammino di ripensamento alla luce dei tempi attuali, sperimentando forme di conduzione della Casa partecipate e comunitarie, dove ogni vocazione possa vivere il proprio tratto specifico con la dignità che le è propria, uniti dal comune battesimo ma diversi per storia e chiamata.

E’ un cammino faticoso e bellissimo: penso al Consiglio di Casa, al ripensarsi delle consacrate nella loro vocazione, ma anche ai criteri che come comunità ci siamo dati per vivere le Tre Mense in maniera equilibrata, perché il servizio non soffochi la preghiera e l’annuncio della Parola, per essere sostenibili, per accogliere e accudire gli ospiti sempre più dignitosamente, per far sì che i volontari trovino un terreno fertile alle esigenze umane e alla ricerca spirituale di ciascuno, nell’oggi; penso all’apertura della casa alle esigenze delle persone che sperimentano il carcere e alla condivisione che sperimentiamo quotidianamente con la Fraternità “Tuscolano 99″… sono solo alcune delle sfide che abbiamo messo nel nostro orizzonte e che stasera mettiamo su questo altare.

Questo anniversario cade anche in un contesto mondiale di guerra e di sofferenza particolarmente pesante, che ci spinge ad alzare lo sguardo e davanti al quale non possiamo non restare indifferenti. Il carisma delle case della Carità ci definisce “profeti dello scarto” e “chiamati a diffondere la Civiltà dell’Amore”. Per concretizzare queste due espressioni e farle diventare preghiera, citiamo le parole del card. Zuppi in occasione della celebrazione dell’80° anniversario dell’eccidio di Montesole (29/09/24).

Ecco perché immaginare la pace. Immaginare non significa chiudere gli occhi e cercare quello che non esiste, ma aprirli sul deserto e iniziare da lì a costruire il giardino. Immaginano la pace i profeti, quelli che non smettono di credere che il lupo dimorerà accanto all’agnello e iniziano, come San Francesco, a parlare al lupo trattandolo da fratello quando ancora è nemico ma credendo che può ritrovare la via dell’amicizia, capendo le cause della sua violenza e aiutandolo a risolverle, facendosene carico, non lasciandolo solo. Immaginiamo la pace scendendo negli inferni creati dalla violenza e dalla guerra, dove muoiono tanti santi innocenti, dove si oltraggiano i morti, si torturano i vivi e si colpisce il fratello che l’odio e l’istinto rendono un nemico. Immaginiamo la pace con la preghiera che sposta le montagne ma anche nel delicato dialogo che con tanta pazienza la prepara e la raggiunge.

Si immagina perché c’è, e perché senza vederla nella speranza e senza cercarla non ci sarà la pace. Farlo assieme, diversi come siamo, è già una risposta e ci aiuta a pensare itinerari possibili per raggiungerla, itinerari che diventano impegni e scelte. Solo la pace ha valore, perché senza, niente ha valore. Non c’è vita senza pace. Immaginiamo la pace perché non ci arrendiamo al falso realismo della guerra, con la sua logica inarrestabile. Immaginare la pace significa parlare, ascoltare, rispondere, dialogare, senza confini, perché come la guerra è una pandemia così la pace riguarda tutti e richiede un impegno comune. Ci sentiamo in intima unione con l’intera famiglia umana e desideriamo diventare operai che la pace la costruiscono nel quotidiano.

(Katia Ciraci)

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Pianaccio 2024 – Ottava e ultima Settimana

Siamo ragazzi fortunati, perché ci hanno regalato un sogno: due mesi al fresco, freschissimo, quasi freddo e in questa ultima settimana pure bagnato.

Nell’ultimo sabato sera della nostra vacanza non poteva mancare il karaoke “on the road”, ormai un appuntamento fisso dell’estate di Pianaccio, in cui si radunano davanti alla Locanda Alpina grandi e piccini per cantare e ballare sotto le stelle come se non ci fosse un domani. Il nostro Seba in prima fila, ovviamente.

Nei giorni successivi, la pioggia ci costringe a restare chiusi in casa, dove la fantasia si scatena: disegni, megaMemory, battaglia navale a squadre e discomusic ci aiutano a scacciare la malinconia che s’insinua nel cuore al pensiero della partenza. Altre forme di necessario sostentamento: l’Eucaristia quotidiana, che ci viene garantita da don Gabriele Stefani (amico fedele da Castelfranco Emilia), il cibo prelibato preparato da Luca&Rita (una coppia strepitosa), l’amicizia di chi ci è vicino fino agli ultimi sospiri: Valentina, Anna, Elisa, Chiara, Franco, Enrico, Alessandro, Alberto, Davide e (novelli e recidivi, al loro primo Pianaccio) Cristian e Manuel da Castelbolognese. Sr Rossella e sr Beatrice ci fanno visita e accettano di vestire i panni delle giornaliste per intervistare ognuno degli ospiti su quanto vissuto in queste 8 settimane. Condivideremo l’esito, appena pronto. Un’apparizione tanto gradita quanto inattesa: i famosissimi frati di Monteveglio (per la Luciana: “i frati col cappuccio”) di passaggio a Pianaccio e speriamo in futuro anche a Corticella. Ma anche Roberta e la mamma Franca, bolognesi e villeggianti, nostre vicine di casa, ci fanno il regalo di venire a pregare un vespro con noi e ci promettono di tornare in via Tuscolano. Nelle ultime ore, altri visitors s’infilano tra l’ansia dei bagagli, le preghiere di ringraziamento e le grandi domande rimaste insolute (perché i maschi producono così pochi panni da lavare???).

Insomma, fino alla fine la vita quassù è stata bella, intensa, solidale e sana. Grazie a Dio e a chi ha contribuito e gioito insieme a noi. E a chi stavolta non ce l’ha fatta… dedichiamo questo video-collage molto artigianale (di bassa qualità ma di alta giocondità… proprio come noi!). Addio monti… e arrivederci a Bologna!!!

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