La Messa del 3 gennaio 2025

INTRODUZIONE ALLA CELEBRAZIONE DEL 3 GENNAIO 2025

Don Tonino Bello racconta che un giorno, rispondendo alla domanda di un giovane che gli chiedeva la differenza tra basilica minore e basilica maggiore, colto di sorpresa e non senza imbarazzo, si avvicinò alla parete del tempio e battendovi contro, con la mano, disse:

«Vedi, basilica minore è quella fatta di pietre, basilica maggiore è quella fatta di carne. L’uomo, insomma. Basilica maggiore sono io, sei tu! Basilica maggiore è questo bambino, è quella vecchietta, è il signor cardinale. Casa del re!».

Noi,

Casa della Carità,

Oratorio San Savino,

Casa Don Giuseppe Nozzi e

Casa circondariale “Rocco D’Amato”

ci consegniamo per le tue mani, caro don Matteo, alla Chiesa di Bologna perché voglia accoglierci come “basiliche minori”, luoghi di Speranza per i pellegrini di questo Giubileo.

Vorremmo rendere anche visibile questo mandato con un piccolo segno: le quattro pergamene che ti verranno portate all’ offertorio e che, se ci riconsegnerai firmate al termine della Messa, ci impegneranno ad essere Case di Speranza per la nostra Zona Pastorale e l’intera Chiesa di Bologna e per tutti coloro che ci visiteranno. Per questo, verranno affisse all’ingresso di questa casa, dell’Oratorio, della Casa Don Nozzi e del carcere della Dozza.

In modo particolare, ti chiediamo poi di aiutarci a riconoscere in ogni povero, in ogni umile figlio di Dio, la “basilica maggiore”, dimora del Re che regna facendosi servo e chinandosi su di noi.

Ti ringraziamo per la tua visita, perché ci avvii e ci accompagni in quel cammino giubilare che porta anche noi a chinarci sui nostri fratelli e sorelle, dimora di Dio.

In questi giorni vediamo venire da lontano tre re per adorare il Figlio di Dio in un bambino. Noi ci mettiamo in cammino per riconoscere e servire il Re che dimora in noi. Nella speranza che il suo Regno venga.

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Introduzione alla Messa del 4 ottobre

In questa casa della carità tradizionalmente si celebrano due feste:

  • quella del mistero a cui la Casa è dedicata, che cade nella festa liturgica dell’Ascensione
  • quella della data di inaugurazione, il 4 ottobre del 1966.

Ogni anno, il 4 ottobre facciamo memoria del dono ricevuto dando un taglio più storico e concreto (per non restare a fissare il cielo… cfr Atti 1,11): memoria delle persone che hanno desiderato la casa della carità, del card. Lercaro e di don Giuseppe Nozzi, e di coloro che quel dono hanno accolto perché qui sono cresciute e che qui hanno vissuto in tutti questi anni.

Quest’anno l’anniversario cade in un contesto di cui ricordo solo alcuni tratti: la nostra Comunità sta proseguendo il suo cammino di ripensamento alla luce dei tempi attuali, sperimentando forme di conduzione della Casa partecipate e comunitarie, dove ogni vocazione possa vivere il proprio tratto specifico con la dignità che le è propria, uniti dal comune battesimo ma diversi per storia e chiamata.

E’ un cammino faticoso e bellissimo: penso al Consiglio di Casa, al ripensarsi delle consacrate nella loro vocazione, ma anche ai criteri che come comunità ci siamo dati per vivere le Tre Mense in maniera equilibrata, perché il servizio non soffochi la preghiera e l’annuncio della Parola, per essere sostenibili, per accogliere e accudire gli ospiti sempre più dignitosamente, per far sì che i volontari trovino un terreno fertile alle esigenze umane e alla ricerca spirituale di ciascuno, nell’oggi; penso all’apertura della casa alle esigenze delle persone che sperimentano il carcere e alla condivisione che sperimentiamo quotidianamente con la Fraternità “Tuscolano 99″… sono solo alcune delle sfide che abbiamo messo nel nostro orizzonte e che stasera mettiamo su questo altare.

Questo anniversario cade anche in un contesto mondiale di guerra e di sofferenza particolarmente pesante, che ci spinge ad alzare lo sguardo e davanti al quale non possiamo non restare indifferenti. Il carisma delle case della Carità ci definisce “profeti dello scarto” e “chiamati a diffondere la Civiltà dell’Amore”. Per concretizzare queste due espressioni e farle diventare preghiera, citiamo le parole del card. Zuppi in occasione della celebrazione dell’80° anniversario dell’eccidio di Montesole (29/09/24).

Ecco perché immaginare la pace. Immaginare non significa chiudere gli occhi e cercare quello che non esiste, ma aprirli sul deserto e iniziare da lì a costruire il giardino. Immaginano la pace i profeti, quelli che non smettono di credere che il lupo dimorerà accanto all’agnello e iniziano, come San Francesco, a parlare al lupo trattandolo da fratello quando ancora è nemico ma credendo che può ritrovare la via dell’amicizia, capendo le cause della sua violenza e aiutandolo a risolverle, facendosene carico, non lasciandolo solo. Immaginiamo la pace scendendo negli inferni creati dalla violenza e dalla guerra, dove muoiono tanti santi innocenti, dove si oltraggiano i morti, si torturano i vivi e si colpisce il fratello che l’odio e l’istinto rendono un nemico. Immaginiamo la pace con la preghiera che sposta le montagne ma anche nel delicato dialogo che con tanta pazienza la prepara e la raggiunge.

Si immagina perché c’è, e perché senza vederla nella speranza e senza cercarla non ci sarà la pace. Farlo assieme, diversi come siamo, è già una risposta e ci aiuta a pensare itinerari possibili per raggiungerla, itinerari che diventano impegni e scelte. Solo la pace ha valore, perché senza, niente ha valore. Non c’è vita senza pace. Immaginiamo la pace perché non ci arrendiamo al falso realismo della guerra, con la sua logica inarrestabile. Immaginare la pace significa parlare, ascoltare, rispondere, dialogare, senza confini, perché come la guerra è una pandemia così la pace riguarda tutti e richiede un impegno comune. Ci sentiamo in intima unione con l’intera famiglia umana e desideriamo diventare operai che la pace la costruiscono nel quotidiano.

(Katia Ciraci)

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Andiamo in giardino!

Buongiorno cari amici, oggi inizia un’avventura speciale, la raccolta fondi per supportare i lavori del giardino (relativi alle tubature del gas e dell acqua) e provare ad attrezzarsi con gazebo e arredi per poter stare con gli ospiti a fare attività all’aperto.
L’iniziativa l’abbiamo chiamata ANDIAMO IN GIARDINO. 

Ecco la piattaforma dove donare e vedere la descrizione del progetto.
https://www.ideaginger.it/progetti/andiamo-in-giardino.html

Vi chiediamo di diffondere il link a tutti i vostri contatti e di passare parola, abbiamo circa un mese per raggiungere la cifra. È  una raccolta o tutto o niente, se non  ce la dovessimo fare perdiamo tutto!!

 Aiutateci e diffondete l iniziativa così magari conosciamo nuovi amici!! 

Grazie di ❤️

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